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ORSI IN TRENTINO, FEDERAZIONE ASSOCIAZIONI ANIMALISTE: “NO AD ABBATTIMENTI O DEPORTAZIONI”

ORSI IN TRENTINO, FEDERAZIONE ASSOCIAZIONI ANIMALISTE: "NO AD ABBATTIMENTI O DEPORTAZIONI"


"Alla famiglia di Andrea Papi, di cui oggi si celebrano i funerali, va tutta la nostra solidarietà, che non può lenire un dolore immenso. Ma diciamo no a vendette e rappresaglie contro gli animali, no ad abbattimenti e deportazioni degli orsi decise sull'ondata emotiva di una terribile tragedia e nel clima surriscaldato della campagna elettorale per le provinciali". Così si esprime, in una nota, la Federazione italiana associazioni diritti animali e ambiente, che raggruppa - oltre alle fondatrici Enpa, Lav, Leidaa, Lndc e Oipa – circa ottanta organizzazioni italiane di protezione animale e ha chiesto al ministro dell'Ambiente di partecipare al "tavolo di confronto tecnico" istituito ieri con Ispra e Provincia di Trento, per valutare come "proseguire l'originario progetto di reintroduzione dell'orso nell'arco Alpino, intervenendo sulle criticità che nel tempo si sono verificate".


"La caccia grossa agli orsi avviata in Trentino dal presidente Fugatti – sottolinea la Federazione - sa di vendetta e rappresaglia, concetti inapplicabili agli animali, perché mette sullo stesso piano, condannandoli tutti a morte, l'orsa JJ4 che ha ucciso Papi (e nel 2020 ha difeso i suoi cuccioli in un "incontro ravvicinato" con padre e figlio sul monte Peller: forse una situazione simile ha provocato la morte dello sfortunato runner) e individui che hanno dato problemi di minore gravità. Ci chiediamo, inoltre, di quanto aumenterà la sicurezza dopo l'eliminazione fisica degli orsi condannati. E' assurdo pensare di risolvere il problema della convivenza con gli orsi ammazzando gli animali, peraltro protetti dalla legge e da accordi internazionali. E se anche si volesse trasferirne una cinquantina, operazione a dir poco impegnativa, dove trasferirli? Troppo comodo scaricare sui plantigradi due decenni di errori e di inadempienze della Provincia di Trento: sono stati spesi milioni per reintrodurre l'orso e poi per gestirne la presenza negli anni e ora si vuol fare marcia indietro prospettando soluzioni ancora più costose. Occorre invece voltar pagina, sottrarre la gestione degli orsi alla politica per riconsegnarla agli esperti, ispirarsi all'esperienza positiva del parco d'Abruzzo e di altri territori all'estero. Non solo sono mancate campagne informative per popolazione e per turisti, cartellonistica, limitazioni dell'accesso ai boschi dov'è maggiore la probabilità di incontrare gli orsi, corridoi faunistici per favorirne la dispersione su un territorio più ampio, ma nel 2018 la Provincia ha rifiutato un piano del ministero dell'Ambiente, finanziato con fondi statali, per il radiocollaraggio e il monitoraggio degli orsi in tempo quasi-reale. Come dire che l'unico orso accettabile è quello morto".


Della Federazione fanno parte i cinque soci fondatori (Ente Nazionale Protezione Animale - ENPA, Lega Antivivisezione - LAV, Lega Italiana Difesa Animali e Ambiente - LEIDAA, Lega nazionale per la difesa del Cane - LNDC., Organizzazione Internazionale Protezione Animali - OIPA) e le associazioni federate:

A…mici felici e altri amici, AAE Conigli, Accademia di Kronos, Aiutiamo Fido, Amici Animali, Amico Gatto, Amoglianimali, Anima Equina, Animal Aid Italia, Animal Equality, Animalisti Italiani, Anima Meticcia, Anita, ANPA, ARCA – Colonia felina della Piramide, Arca Amica, Arca della Valle, Asav, Associazione Difesa Animali Arco (Ada), Associazione Pal, Assovegan, Balzoo, Bauckingham Palace – tutti fuori dalle gabbie, Big Brother, Camminiamo Insieme, Cani e Mici per Amici, City Angels, Collettivo Animalista, Como Scodinzola, Compassion in World Farming (Ciwf), Con Fido nel Cuore, Cuori e Zampe, Diamoci la Zampa, Dna animale, Earth, Eolo a 4 zampe, Essere Animali, Filippo…semplicemente amore, Frida's Friends, Gabb…



TRENTINO, INTERGRUPPO PARLAMENTARE DIRITTI ANIMALI: "NON PAGHINO GLI ORSI PER QUANTO NON È STATO FATTO IN TERMINI DI PREVENZIONE E DI TUTELA"


"Premettiamo che alla famiglia della vittima va tutta la nostra vicinanza e solidarietà per una tragedia che lascia senza parole. Ma il problema della convivenza tra uomini e orsi in Trentino non può essere risolto sull'ondata emotiva generata da un avvenimento rarissimo: in Italia questo è il primo attacco fatale di orso in centocinquant'anni". Va dunque respinto il tentativo di applicare agli animali i concetti di "vendetta" e "rappresaglia". Il tavolo tecnico aperto oggi al ministero dell'Ambiente sia la sede in cui dibattere "con ragionevolezza e senza condizionamenti esterni" sul futuro degli orsi in Trentino. Lo afferma in una nota l'Intergruppo parlamentare per i Diritti degli animali e la Tutela dell'ambiente, presieduto dall'on. Michela Vittoria Brambilla, vicepresidenti on. Sergio Costa e on. Walter Rizzetto,


"Dal punto di vista politico - prosegue la nota - è assurdo immaginare di risolvere il problema della convivenza con gli orsi ammazzando gli animali, peraltro protetti dalla legge e da accordi internazionali. E quanti ucciderne? Uno, dieci, cinquanta, tutti e cento? E se si volesse trasferirne la metà, operazione a dir poco impegnativa, dove trasferirli? Sono stati spesi milioni per reintrodurre l'orso e poi per gestirne la presenza negli anni (si pensi solo al costo delle risorse umane impiegate) e ora si vuol fare marcia indietro. Invece bisogna voltar pagina, sottrarre la gestione degli orsi alla politica per riconsegnarla agli esperti, ispirarsi a esperienze di maggior successo, come quella del parco d'Abruzzo, e mettere finalmente in atto misure serie di prevenzione: campagne informative per popolazione e per turisti, cartellonistica ben visibile, limitazioni dell'accesso ai boschi dov'è maggiore la probabilità di incontrare gli orsi, obbligo di non uscire dai sentieri, obbligo di tenere i cani al guinzaglio, presidi e controlli severi e corridoi ecologici per favorire la dispersione degli orsi su un territorio più vasto. Tutto questo, per più di due decenni non s'è fatto o non si è fatto abbastanza. Qualche anno fa si era ipotizzato di finanziare con fondi statali un piano per il radiocollaraggio e il monitoraggio degli orsi in tempo quasi-reale: se utilizzate, queste risorse avrebbero consentito di ridurre notevolmente i rischi


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