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"Sopravvivere alla moda del proibizionismo in pillole", una lettera di Luciano Zanchi, presidente di Asso Intrattenimento (Confindustria)

Da www.lorenzotiezzi.it

Non il solito comunicato stampa, bensì, in pieno agosto, una lettera
di un professionista della notte che mi permetto di inoltrare. Il
linguaggio è colorito e c'è dentro parecchia sostanza.

"Sopravvivere alla moda del proibizionismo in pillole" è una lettera
pubblica di Luciano Zanchi, presidente di Asso Intrattenimento,
associazione di Confindustria che raccoglie molte delle discoteche,
dancing e night club italiani.

Zanchi la scrive dopo l'ennesima conferenza stampa del senatore
Giovanardi a proposito del (poco rispettato) divieto di somministrare
bevande alcoliche dopo le 2 di notte. Tale divieto, infatti, sostiene
Zanchi, è incostituzionale e per questo "tutte le sanzioni
amministrative derivanti dal decreto anti alcol sono state
sistematicamente narcotizzate dai Tribunali Amministrativi perché
norme in contrasto con i principi della nostra Carta Costituzionale".

Non passa giorno senza che i nostri politici e amministratori
deliberino nuovi divieti.

Le discoteche sono tra le più colpite. Ma in realtà nessuno può
permettersi di ridere. Per i pubblici esercizi è solo questione di
tempo poi toccherà anche a loro rispondere agli assalti di chi ci ha
preso gusto nel negare progressivamente le piccole libertà che danno
senso alla nostra vita materiale.

Pensate alle nostre città: tra un po' potranno circolare indisturbati
(senza multe) solo gli extracomunitari, i deficienti e i vigili
urbani. Tutti gli altri dovranno pagare le gabelle post moderne tra
una strada e l'altra erogate da sensori, telecamere spia tipiche del
nostro tempo ma con effetti che assomigliano al medioevo.


La strategia del proibizionista in pillole è sempre la stessa: si
parte da un evento locale trasformato con la gran cassa della
comunicazione in un problema decisivo per la vita di tutti; colpo
colpo ci si inventa una opinione pubblica terrorizzata e indignata
per mettere nelle condizioni il legislatore di recitare la parte del
raddrizzatore del legno storto dell'umanità (tra gli applausi
scontati dei bigotti e degli invidiosi della felicità altrui).
Infine, non potendo in realtà risolvere alcun problema (in democrazia
nessun proibizionismo alla lunga si è mai dimostrato efficace) si
ritorna sempre all'inizio amplificando sempre di più le situazioni
che polarizzano l'opinione pubblica e rendono plausibile la pletora
di provvedimenti restrittivi.


Noi delle discoteche probabilmente siamo ad un passo dal fallimento
totale grazie all'abusivismo ed alla cecità dei nostri legislatori.
Ma potremmo trovare consolazione nel fatto che grazie ai
proibizionisti in pillole siamo entrati nella Storia.

Tutto è cominciato con noi e mi viene da pensare che l'incubo del
proibizionista in pillole che trasforma la vita in una noiosa rottura
di palle potrà finire quando gli si impedirà di esibire lo specchio
per allodole delle discoteche.

Vi propongo ora una riflessione sull'ultima trovata che conferma il
quadro dal quale sono partito.

Il 30 luglio 2009 il Sottosegretario alla presidenza del Consiglio
Senatore Carlo Giovanardi e l'associazione Codacons, gonfi come
pavoni facevano la ruota di fronte ad un pubblico di scoglionati
giornalisti (potrebbe infine essere loro, per una volta, a prendere
il pallino in mano e dire basta ad informazioni senza informazioni!).

I relatori della conferenza stampa sostenevano infatti di avere le
prove che il loro provvedimento restrittivo dell'alcol veniva spesso
eluso. Praticamente la scoperta dell'uovo di Colombo. Un
provvedimento ingiusto e incostituzionale non crea motivazioni forti
in chi deve effettuare controlli e ovviamente mette nelle condizioni
chi lo subisce di dover trovare vie di fuga.

Come si può pretendere che un divieto che colpisce solo discoteche in
via di sparizione che non c'entrano quasi nulla con il problema
dell'abuso di alcol possa risultare decisivo rispetto gli incidenti
stradali? Io ho sempre sostenuto che dal punto di vista dei principi
e della necessaria regolazione della vita notturna occorressero nuove
regole. E quando mi è possibile ho sempre sostenuto l'on Carlo
Giovanardi.

Ma non posso seguirlo quando si trasforma nel regista del
proibizionismo in pillole.


Perché nella conferenza stampa in oggetto i Codacons non ci hanno
presentato alcun dato statistico serio sulle circostanze empiriche
degli incidenti? Noi, e a maggior ragione i giornalisti, siamo molto
interessati a conoscere dove in realtà i giovani avevano consumato
l'alcol, da dove provenivano, a che ora hanno avuto l'incidente.

Ci sarebbe piaciuto se i Codacons si fossero soffermati a riflettere
sul fatto che tutte le sanzioni amministrative derivanti dal decreto
anti alcol sono state sistematicamente narcotizzate dai Tribunali
Amministrativi perché norme in contrasto con i principi della nostra
Carta Costituzionale.

Queste dimenticanze sono sospette e gettano ombre inquietanti sul
modo in cui i personaggi citati intendono risolvere i problemi. Non è
vero che il fine giustifica i mezzi. Non è con il cinismo politico
che si risolve il problema della pericolosità della circolazione
stradale. La nostra associazione aderisce al valore morale esibito
dai personaggi che hanno avuto il merito di mettere in discussione
stili di vita pericolosi per sé e per gli altri, ma si dissocia da
provvedimenti assurdi, iniqui e proibizionisti come quello contro le
discoteche.

Vorrei fare una domanda ai responsabili istituzionali che si sono
inventati la guerra all'acol: Credete veramente che il problema
dell'alcol verrà cancellato proibendolo a partire dalle ore due? Io
penso sia una sciocchezza ma almeno abbiate il buon senso di
proibirlo a tutti, specialmente ai pubblici esercizi e bar che vivono
esclusivamente sulla vendita a basso prezzo di bevande alcoliche.


Il Presidente Nazionale

Asso Intrattenimento

Luciano Zanchi


Asso Intrattenimento

Via Massarotti, 21/B
26100 Cremona - (CR)
TEL (+39) 0372 800247
FAX (+39) 051 780455

http://www.assointrattenimento.it/


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